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Quando la cartoleria sapeva di plastica


L'altro giorno passeggiammo con la Comarca da Osciàn, al centro (che poi è in periferia) di Zamparini. Rimasi un po' stupito e un po' Ester e fatto della calca attorno agli enormi cestoni posti a pochi metri dall'ingresso. C'erano diari, quadernoni, colori, penne e portacolori. Tutto messo lì in modo inanimato e anonimo. Estraniato per un attimo, con lo sguardo perso nello zaino rosa Eastpak, feci un salto nel mio passato.
Come in una regressione che progredisce mi Accorsi, senza Stefano accanto, che in principio fu il panierino. Poi venne la cartella e poi lo zaino. E poi, ancora, venne lo zaino Invicta chesallargava. E per un attimo ci fu pure la moda della cinghia. La mia iniziazione nella loggia della PI (che non sta per Propaganda Uno ma per Pubblica Istruzione) è avvenuta nel mese di settembre del 1983. Settembre è un mese che mi ricorda sempre le cartolerie piccole e affollate. Ma settembre mi ricorda anche la contraddizione del suo nome: SETTEmbre che poi indichiamo a numero "9", mentre NOVEmbre lo indichiamo con 11. Discorso a parte meriterebbe OTTObre, dove manca la "m" (OTTOmbre).
Tornando alla scuola, mi ricordo quei banconi in finto legno delle cartolerie nel centrostoricodipalemmo pieni di mercanzia che appena riuscivi ad appoggiarti voleva dire che era prossimo il tuo turno per essere servito. Una di queste cartolerie, nel centrostoricodipalemmo piena di mercanzia che appena riuscivi ad appoggiarti voleva dire che era prossimo il tuo turno, si chiamava BellottiDeMagistris. Ma noi questa cartoleria, nel centrostoricodipalemmo piena di mercanzia che appena riuscivi ad appoggiarti voleva dire che era prossimo il tuo turno, amavano chiamarla in modo familiare Bellotti soltanto. Da Bellotti c'era soprattutto l'odore di settembre che si confondeva con quello di plastica nuova che si sentiva affondando la testa negli zaini.
Come uno struzzo affondavo spesso la testa nello zaino che dovevo comprare. I miei si preoccupavano e mi osservavano spaventati. I commessi pure. E tutti si mettevano a pregare intorno a me che nel frattempo venivo circondato da un'aura dorata con lo zaino in testa. Diventavo spesso divinità a settembre, poco prima dell'inizio delle lezioni...
Poi c'erano i portacolori, quelli a bustina e quelli rigidi che avevano tutto dentro. Pure il righello inutile (era sempre un paio di centimetri più corto delle necessità reali).
Insomma ai tempi c'era più confusione e forse, per l'empatia che ho con il mondo, ergo la sua entropia, provo un po' di nostalgia.

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